Nella
sua esperienza artistica Saverio Magno ci offre le linee essenziali
per una riflessione sul mistero
della sua visione spaziale, della sua teoria di tridimensionalità binoculare,
tentando di ripresentare il nucleo dell’insegnamento tradizionale,
di reinterpretarlo, avvalendosi anche dello stimolo e del contributo
offerto dai suoi esegeti artistici, anche se spesso e volentieri
dissentono da essi.
La novità della tesi di Magno appare in tutta la sua portata; se poi consideriamo
il problema della conciliazione tra lo stato dell’arte e lo stato della
singola ricerca di ogni artista, ne è una conferma. Le opere prodotte
finora dall’artista possiamo esaminarle secondo nuclei di approfondimento
relativamente a rispettivi cicli e chiavi di lettura. Una ricerca che lo ha portato
con gli anni ad affrontare vari aspetti: dai cicli dei fondali marini con i suoi
relitti, alla estroflessione della tela per simulare il globo terrestre.
Dal globo terrestre Saverio Magno ampia l’argomentazione per trattare lo
spazio in cui è rappresentato e il passo è breve per approfondire
in pittura il conseguente allineamento spaziale; le sue opere non sono provviste
di uno specifico punto di fuga, che invece è situato all’estremo
dell’opera, e il fruitore deve interagire con essa individuandone il miglior
punto di osservazione. Approda poi alla sua teoria di tridimensionalità binoculare,
sfociando, così, nel suo operare pittorico astratto geometrico alla nuova
visione spaziale.
Questa passione e questa terminologia identificano oggi Saverio Magno e non posso
supporre che l’artista abbia potuto acquisire tale conoscenza fino a teorizzare
(su un fenomeno ottico) unicamente per attirare a sé una piccola parte
del mondo dell’arte. L’artista ci aiuta con il suo decalogo, quale
chiarimento e dichiarazione d’intenti: “…la necessità di
estrarre l’oggetto dalla tela per immergerlo nella spazialità totale;
quindi passai alla sperimentazione dell’allineamento spaziale, fase preparatoria
e introduttiva alla teoria della tridimensionalità binoculare, che non
analizzai, come finora si è fatto, la visione dell’oggetto rappresentabile,
ma lo spazio in cui l’oggetto può essere rappresentato e il rapporto
visivo tra l’oggetto e il suo spazio. L’intera operazione si dimostra
attraverso l’impiego di una tavola bidimensionale con la rappresentazione
di varie superfici poste a diverse profondità con la visione binoculare.
Stuttura
Spaziale, nr. 5 pannelli cm 51 x 51 - 2008
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Superfici
e corde nello Spazio, cm 100 x 80 - 2012
La
visione binoculare determina lo sdoppiamento delle superfici poste
prima della superficie focalizzata (tela estroflessa), creando la
velatura (miscelazione di colore) tra il colore delle superfici poste
ad una posizione intermedia e
la superficie focalizzata.
Lo
spazio che il nostro cervello elabora viene rappresentato con un’immagine binoculare, pertanto doppia immagine; e dunque
superfici
piane poste nello spazio che creano lo spazio…”.
Per l’artista sarà consequenziale la necessità di rendere
plastiche delle teorizzazioni attraverso la realizzazione di queste sue “macchine
artistiche”.
L’ultima sua ricerca è tutta dedicata
alla nuova visione spaziale, all’allineamento spaziale, alla
tridimensionalità binoculare e alla prospettiva spaziale,
per cui la novità e l’originalità dell’artista
risiedono non solo nell’orditura delle opere, ma soprattutto
nella resa installativa che è anche testimonianza su cui
riflettere e meditare.
In questa esposizione l’artista tende, con la fascinosità dell’allestimento,
a sintetizzare la sua ricerca di astrattismo geometrico, di tridimensionalità binoculare,
per poi verificarla dinanzi ai suoi fruitori, adepti dell’arte. L’allestimento
si sviluppa attraverso opere complesse alla maniera di grandi contenitori, una
sorta di “teatrino dell’arte” in cui la finestra sul fronte,
a cui volgere lo sguardo, si offre come punto di osservazione privilegiato della
quinta scenografica, cogliendo la prospettiva migliore della superficie pittorica,
collocata sullo sfondo del progetto globale in una visione d’insieme.
L’arte – sia essa musica, cinema o arti visive – ha il compito
di stimolare il pensiero dell’uomo contemporaneo e farlo riflettere.
2009
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