L’analisi della visione, anzi quella particolare fase di subitanea
recettività che va sotto il nome di percezione visiva, sono
sempre e comunque accese - almeno al momento iniziale - dal colore.
Sarà un’ovvietà (i divisionisti ne hanno fatto
un dogma), ma è l’insieme scientifico dei colori che
diventa opera espressiva, “quadro”; l’opera d’arte
viene dopo. Saverio Magno ribalta il concetto, anzi lo rende equanime:
la segnazione duttilissima dei segmenti di colore è non già solo
elemento di percezione. E’ anche compendio poetico. Una “stazione” ideale,
si dirà per chi voglia la simbiosi tra colore e segno.
Donat Conenna (Arona 1993)